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Mario Sironi (Sassari, 1885-Milano, 1961) si formò a Roma – dove avrebbe dovuto studiare ingegneria – frequentando lo studio di Antonio Discovolo e l'Accademia libera del nudo, dove conobbe Umberto Boccioni. L'incontro dapprima con Giacomo Balla, che lo spinse a una pittura sintetica, e in seguito il trasferimento a Milano (1913) lo portarono ad aderire al futurismo. Nel primo Dopoguerra divenne illustratore del "Popolo d'Italia", convincendosi della necessità di quel "ritorno all'ordine", nell'arte, che ebbe il suo culmine nella fondazione del gruppo del Novecento (1925) ispirato dalla critica (e musa del Duce) Margherita Sarfatti. Da quel momento le commissioni si succedettero incessanti, anche per grandi decorazioni parietali pubbliche: fu del resto autore di un "Manifesto della pittura murale" (1933) e sperimentò tecniche diverse dedicandosi a imponenti cicli.La fine del fascismo lasciò Sironi isolato e lo fece tornare ai piccoli formati, senza privarlo però di un'intensità, in pittura, che lo rese uno dei più importanti artisti della sua epoca.
Mario Sironi